Architettura e Psiche, 2008 Altre Analisi e letture, 2009
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_ Piero della Francesca, Pala di Brera
_ Roma Sistina, affresco vaticano
_ Gerusalemme, Moschea di Omar,
Cupola della Roccia
_ Gerusalemme, Muro del Pianto
_ Gerusalemme, Santo Sepolcro
_ Cordoba, Moschea, Mezquita
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figg. 3-4 _ Roma, Mausoleo di Costantina, chiesa di Santa Costanza, pianta e sezione.
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Professore dell'Università degli Studi La Sapienza di Roma, dal 1972 al 2000 ha insegnato Progettazione architettonica nella Facoltà di Architettura /
Dipartimento di Storia dell'architettura, Restauro e Conservazione.
segue in "Curriculum"
Cenni, fonti e citazioni:
Il mausoleo è parte del complesso monumentale di Santa Agnese, con una integrazione analoga al Mausoleo di Elena rispetto alla basilica (anch'essa costantiniana) dei SS. Marcellino e Pietro
Prototipo tardo antico per il culto cristiano, con pianta centrale e ambulacro, il Mausoleo si rifà alla tradizione consolidata di templi e ninfei dell'architettonica romana: il Pantheon,
il Tempio di Minerva Medica, il Mausoleo di Augusto; e a costruzioni costantiniane come il Battistero del Laterano (S. Giovanni in Fonte) e il "Martirium" del Santo Sepolcro,
da poco edificato in Gerusalemme.
L'organismo è formato da un'aula centrale e circolare, coperta a cupola, inscritta in un deambulatorio voltato a botte. Aula e dambulatorio sono ritmati da 12 coppie di colonne di granito disposte
in senso radiale, a sostegno di altrettanti archi a tutto sesto su pulvini e architravi convergenti sul centro dell'aula. Gli intercolumni corrispondenti agli assi sono più larghi e più alti degli altri.
La serie degli archi è sovrastata, al livello del tamburo, da altrettanti finestroni centinati.
La struttura è in laterizio, e la cupola - dal diametro di 22,5 metri - è alleggerita (come per il Tempio di Minerva) da nervature e archi tra concrezioni più leggere di tufo e pomice.
In origine, l'interno era rivestito con marmi disposti a tarsia, con volte e cupola decorate da mosaici.
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Il mausoleo è costruito tra il 337 e il 361. Nel VII secolo, sorta S. Agnese, ne diviene il battistero. Nel 1254 è trasformato in chiesa (di S. Costanza).
Nel 1620 i mosaici della cupola sono sostituiti da affreschi.
Dal '600 al 1720 il tempio diviene il luogo di convegno di artisti fiamminghi; per la dedizione a piaceri, baccanali e riti pagani non confacenti alla "città santa", il gruppo è ricordato come i Bentvogels,
ossia, la "banda di uccelli".
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Le relazioni tra il Mausoleo di Costantina e i Bentveughels, sottaciuti o mistificati da imbarazzi e censure cattoliche, hanno precedenti storici nel Rinascimento, in un classicismo aulico e paganizzante. E' quindi per l'iconografia della costruzione, per le scene di vendemmia e per il senso delle decorazioni tradizionali raffigurate nei suoi mosaici, che il mausoleo è rinominato "Tempio di Bacco".
I Bentveughels sono una compagnia di pittori olandesi e fiamminghi, dotti e amanti delle lettere latine, che dal 1623, appassionati delle bellezze di Roma e dei suoi paesaggi, tra riti paganeggianti e
riunioni di piacere si dedicano a
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fig. 2 _ Roma, Mausoleo di Costantina, chiesa di Santa Costanza, il catino e la cupola dal limite di un intercolumnio tipico del deambulatorio. Gli intercolumni corrispondenti agli assi sono più larghi e più alti.
riprodurne in disegni e tele le rovine, i profili, gli ambienti più cospicui e diversi.
Iniziazioni e riti sono motivo di feste e baccanali, e Santa Costanza - per la sua immagine simbolica, per la posizione bucolica nel paesaggio urbano - ne diviene il luogo vocato ad onorare Bacco,
dio del vino. I mosaici dell'ambulacro ne sono il riferimento, il sarcofago di Santa Costanza (oggi nel Museo del Vaticano), decorato da viti e putti, l'ara deputata a riti e iniziazioni anche
carnascialesche, tipiche di culti e baccanali già propri della tradizione delle festività romane.
La tecnica di questi pittori si risolve in matita e inchiostro, con tonalità calde, espressive del particolare rapporto animistico con i temi trattati.
Il Rijksmuseum ne conserva un gran numero di disegni, cui dedica un libro dal tito emblematico "Tekenen van Warmte" ("Segni di calore"), ISBN90-400-9535-3.
Tra altre opere, vale ricordare la statua di Bomarzo di Vincenzo Orsini, dell'olandese Carel Willink.
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