il centro urbano, 1999; _ [in: Ricerche urbane, 3] _ Edizioni Kappa, Roma 1998. Capitolo terzo: Piazza Venezia, Analisi morfologica; _ Valter Vannelli / index - Valter Vannelli _ Piazza Venezia / saggio, analisi e lettura morfologica della piazza; _ documenti e foto d'archivio _ cartografia, immagini, analisi, letture morfologiche _ 1999, agg. 20.02.2007">

Valter Vannelli _ ROMA / ARCHITETTURA E STORIA DELLA CITTA'

Piazza Venezia
analisi morfologica

&

da: Valter Vannelli
ROMA, ARCHITETTURA, la città tra memoria e progetto _ il centro urbano

Roma, Edizioni Kappa, 1998 _ Ricerche urbane, 3 _ 1 v., p. 320, ill. 17 x 21 cm

1.2.1999 / agg. 21.10.2009

  Capitolo terzo _ parte prima, testo integrale con illustrazioni





vv@valtervannelli.it

PIAZZA VENEZIA, analisi morfologica
La piazza, il monumento, il Campidoglio: matrici delle sistemazioni

     L'intento è di costruire un iter progettuale delle sistemazioni della piazza, del monumento a Vittorio Emanuele e delle pendici del Campidoglio, fondato sullo studio di documenti d'archivio e sulla verifica dei contributi delle singole opere all'insieme delle trasformazioni compiute; un compito che in questa sede privilegia l'architettura ed invita a disattendere le ragioni che la producono.
     I materiali adottati, prevalentemente grafici, sono quelli che per la loro ragionevole continuità associativa consentono di comporre in modo più sintetico di altri una sequenza verosimile e riproducibile, coerente sia con i documenti reperiti e non citati, numerosi, sia con l'ipotesi di studio del processo progettuale con il quale prendono forma il disegno e l'architettura del contesto.
     E' adottato il metodo della conoscenza critica della storia della città, e, in particolare, della ricognizione degli elaborati grafici originali in grado di dare luce e senso alla architettura, in essa, del contesto in esame.
Documenti e disegni pubblicati dall'autore nel '79 e nell'81, ed altri reperiti nei fondi dell'Archivio Centrale dello Stato, nei depositi comunali e nel Centro di studi per la storia dell'architettura, sono visti in rapporto a tessuti e tipi edilizi ricomposti con fotomontaggi, ed a foto d'epoca, per esemplificare i metodi seguiti nelle trasformazioni e per risalire, in altra sede e con l'apporto di altri contributi, dall'analisi delle parti ad una lettura sintetica dell'insieme.
La relazione prende spunto dalle sistemazioni per il monumento e dalla definizione planimetrica e volumetrica di piazza Venezia; questo contesto costituisce nel suo insieme il punto cardine delle relazioni tra il Campidoglio e la città; un nodo urbano dal quale hanno origine e si sviluppano in modo complesso ma leggibile le trasformazioni dell'intera area archeologica e monumentale; e non solo di quella.
     Che la scelta di localizzare il monumento sulle pendici del colle, a ridosso della piazza, sull'asse della città rinascimentale e barocca, sia all'origine di questo processo non è un dato da dimostrare; il confronto tra i piani del 1883 e del 1909 ne mostrano le conseguenze profonde e non reversibili in modo immediato. Resta invece utile percorrere le tracce lasciate da queste trasformazioni leggendole in rapporto alle strutture edilizie ed agli spazi architettonici preesistenti, in funzione di un presente che sembra ereditare quelle opere come un dato da osservare, piuttosto che come un problema da conoscere ed affrontare.
     Da questo studio ha origine il successivo, sui criteri progettuali adottati per isolare il Campidoglio, ad iniziare da piazza Venezia. E' questa la ragione per la quale in quel saggio è riproposta la ripartizione nei periodi enunciati in questa sede, come premessa alle analisi ed alle considerazioni conclusive.
     In armonia con i criteri spiegati in altri studi su Roma, si ipotizza di distinguere questo studio in periodi con caratteristiche proprie, prevalenti rispetto a marginali sovrapposizioni. Si identificano tre parti, motivate, principalmente, dal mutare dei ruoli culturali, strutturanti e simbolici sia del monumento che del colle, e dalle soluzioni di continuità motivate da questi cambiamenti sui contenuti e metodi adottati per sistemare la piazza ed il suo contesto.

     I criteri progettuali adottati per isolare il Campidoglio, a cominciare da piazza Venezia, per decenni il centro delle sistemazioni da fare tra il colle e la città, seguono le mutazioni di ruolo del Monumento e distinguono tre periodi.
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Il primo periodo: fine '800, e poco oltre.


Le prime immagini della sequenza sono proposte per sottolineare la loro incidenza sulle successive:
- 1870: piazza Venezia è uno dei nodi strutturali della città dei papi (fig.1).


Il Corso è tangente alla piazza, di fronte al palazzo Venezia; il suo segno si scompone negli spazi, diversi e omologabili, di piazza Venezia e di via del Gesù. La piazza non è simmetrica; il suo spazio rifluisce in quello di piazza S.Marco, con un sistema diagonale che è emisimmetrico rispetto a quello formato dal palazzo e dal palazzetto Venezia.
Alla base del Campidoglio il segno del Corso continua per via Cremona e si dirama per via Giulio Romano.
- 1883: i collegamenti tra il centro, via Nazionale, via Cavour ed i servizi oltre il Foro Boario investono le pendici del Campidoglio (fig.2).


Si prevede di ristrutturare piazza Venezia in asse al Corso, di allargarla a scapito del palazzo Torlonia, e di collegarla con via Cavour. Il fronte della piazza verso via Cavour in apparenza è simmetrico: il ruolo di collegamento con via Cavour, dato dall'asse deviato, prevale sulla definizione formale degli elementi strutturanti.
A questa data, caratteri e ruoli di piazza Venezia sono quelli di uno spazio urbano notevole per posizione, non diverso da altri della città.
Oltre via Tor de' Specchi, anche piazza Montanara e via Bocca della Verità sono interessate da ristrutturazioni profonde.
La decisione, del dicembre 1882, di realizzare il monumento a Vittorio Emanuele a ridosso del Campidoglio, induce a definire il carattere rappresentativo della piazza. Il ruolo istituzionale assegnato al contesto, unico ed eccezionale nel disegno della città, ne impone la unitarietà e regolarità dello spazio e la nobiltà dei caratteri tipologici e formali. Sarà compito dei progettisti e delle commissioni ministeriali e municipali definirli e comporli con le preesistenze. Il piano del 1883 viene corretto per annullare la specularità apparente formata dal collegamento con via Cavour e per sostituirla con un disegno regolare, assiale e simmetrico rispetto al Corso ed al monumento (fig.3).


Il disegno lascia intendere come la dimensione monumentale della impresa induca a limitare le trasformazioni richieste dal collegamento di piazza Venezia con via Cavour, lungo via Cremona, ed a rettificare da subito la piazza sul fronte delle Botteghe Oscure.
- 1893: si pone il problema della regolarità planimetrica della piazza, (fig.4),


e dell'inquadratura simmetrica del Monumento dall'asse del Corso, sull'intersezione con la via Nazionale, (fig.5).


Il palazzetto Venezia, quasi completamente cancellato dalla nuova piazza, è riproposto per la parte residua in modo da inquadrare il Monumento con angoli simmetrici rispetto all'asse del Corso. La linea che nella stessa inquadratura definisce la tangente sinistra al monumento diviene, deviata da quello, l'asse del collegamento con via Cavour. Tessuto e dimensioni del collegamento hanno caratteri simili ad un tratto di via Cola di Rienzo, in costruzione.
Nel 1897 (figg.6,7)


il palazzetto Venezia viene allineato sul fronte del palazzo omonimo, lungo la piazza, in modo speculare rispetto al palazzo Torlonia; l'ipotesi di inquadrare il Monumento in modo rigorosamente simmetrico è confermata, ma il punto di vista è arretrato verso lo sbocco del Corso. Su via Giulio Romano la chiesa di S.Rita, di Carlo Fontana, sopravvive alle demolizioni previste per isolare il Monumento; la scalinata di accesso al medesimo continua a definire il quarto lato della piazza, allineato con piazza S.Marco e via del Foro Traiano.
Esigenze di simmetria del primo piano di lettura del monumento visto dal Corso, impongono in ogni caso di studiare dove spostare e come ricostruire il palazzetto di Venezia .
Nel 1900, i temi sono gli stessi; mentre i problemi di un cantiere tanto vasto, e da anni non finanziato, chiedono più tempo di quanto ne manchi per realizzare l'opera finita, come da più parti si vorrebbe. Deciso di allineare i palazzi Venezia e Torlonia sul fronte di via Nazionale, si resta incerti sul modo di stabilire rapporti volumetrici e formali convincenti tra il palazzo ed il palazzetto Venezia, che si pensa di arretrare ed allineare sulla piazza, accanto al maggiore.
I risultati degli studi sono riconosciuti deludenti. Ne segue l'ipotesi di mantenere l'allineamento dei due edifici sulla piazza, in funzione del Monumento, ma distaccati da un passaggio, magari inventando una strada simmetrica anche sull'altro fronte, all'interno di quanto resta di palazzo Torlonia (figg.8,9).


Il disegno è firmato da Sacconi; come il successivo, con il quale alcune settimane dopo si riconsidera lo stesso dato in modo esecutivo, ma rinunciando a tagliare palazzo Torlonia con la nuova strada (fig.10).



Un disegno del settembre 1901 verifica le altezze dei due palazzi, e rileva l'allineamento tra i terminali. Proiettata sullo sfondo, c'è la sagoma del Monumento, con il gruppo equestre di Vittorio Emanuele alla quota dei terminali dei palazzi Venezia e Torlonia (fig.11).



La scadenza del Cinquantenario, e l'opportunità di consolidare il ruolo delle istituzioni nazionali con l'inaugurazione del monumento motivano in ogni caso la ripresa dei lavori per il suo completamento, anche a prescindere dalle decisioni che restano da prendere sulle sistemazioni adiacenti, a cominciare da piazza Venezia.
Nel 1906 si decide di ricostruire il palazzetto a ridosso di via degli Astalli, in modo da creare un secondo quadro (su via del Foro di Traiano e via di S.Marco) più ampio di quello su via del Plebiscito e via Nazionale, anche se non più rigidamente simmetrico come quello.I fronti tra loro opposti dei palazzi Venezia e Torlonia sono uguali. Numerose rettifiche degli edifici esistenti al suo intorno, dicono del proposito di incorniciare il monumento in una piazza regolare, con angoli retti (fig.12).



Il disegno successivo conferma fronti uguali sulla piazza, per i palazzi Venezia e Torlonia, e l'arretramento del palazzatto Venezia fino a via degli Astalli. Il progetto si fa più ampio e deciso. Dal corso, un cono ottico inquadra in modo simmetrico e su andamenti diagonali i collegamenti della piazza con via Cavour e la base della scalinata dell'Ara Coeli. Il collegamento con via Cavour è previsto con l'allargamento di un lato di via Cremona ed uno sventramento in corrispondenza di via di Testa Spaccata. Sul lato orientale del monumento un sistema ordinato di rampe collega il Foro Romano con piazza del Campidoglio. (fig.13).



I dati di queste ipotesi e propositi si ritroveranno quasi tutti nelle sistemazioni decise ed in parte realizzate da questi anni (figg.14-16),



anche dopo il dibattito sui Fori aperto dalla pubblicazione della Forma Urbis del Lanciani e nonostante il contributo di idee e progetti che si avrà tra il 1904 ed il 1907. Quel dibattito sposterà tuttavia in modo significativo l'interesse dell'opinione pubblica, non solo nazionale, dai problemi specifici della piazza e del monumento a quelli più ampi, posti dall'insieme dell'area archeologica centrale, dei Fori imperiali, del Campidoglio.

Gli anni 1882-1905 confermano per la piazza ed il Monumento, su quadri paralleli e successivi, le categorie sperimentate dall'800 nelle città antiche: gerarchie, assialità, simmetrie, rapporti dimensionali e geometrici, regolarità e continuità prospettiche di tipo centrale in spazi racchiusi con fronti continui.
Ristrutturazioni e riusi procedono dalla scala urbana all'ambiente, fino a quella edilizia; in tutte, il ruolo del Monumento é indiscusso, per l'accettazione della sua architettura.
Diverso è il ruolo del colle, che le strade proposte intorno evidenziano dapprima come dato geografico urbano, rilevato dall'altimetria, e meno come dato morfologico e storico.



da: Valter Vannelli, ROMA, ARCHITETTURA _ la città tra memoria e progetto, il centro urbano
    [ Ricerche urbane, 3] _ Edizioni Kappa, Roma 1998



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