Architettura e Psiche Ed.Kappa, 2008.
       L'architettura è il luogo della materia e dello spirito dove terra e cielo si toccano. In questo sta il suo contributo all'esistenza.


    Valter Vannelli  _ ricerche
  Piero della Francesca, La Flagellazione
    Analisi e letture di iconografie esoteriche e simboliche
     2011 - 2014 / 11
Architettura e Psiche
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ARCHITETTURA E PSICHE
Introspezione sulle immagini permanenti e sui caratteri fondamentali del progetto

Roma, Edizioni Kappa, 2008

Professore dell'Università degli Studi La Sapienza di Roma, dal 1972 al 2000 ha insegnato Progettazione architettonica nella Facoltà di Architettura / Dipartimento di Storia dell'architettura, Restauro e Conservazione.



segue in "Curriculum"
Realizzata tra il 1444 e il 1474, e ritrovata nel 1839 da Johan David Passavant nella Sacrestia dell'Opera di Urbino, da allora La Flagellazione (olio su tavola, cm 58,4 x cm 81,5) si trova nella Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale di Urbino.

fig. 1 _ La Flagellazione, particolare.
fig. 2 _ La Flagellazione.



ARCHITETTURA E PSICHE
Altre analisi e letture
2009 / 2014


_ Architettura e Psiche / scheda
_ Piero della Francesca, Pala Brera
_ Roma Sistina, affresco vaticano
_ Roma, Santa Costanza
_ Gerusalemme, Moschea di Omar,
   Cupola della Roccia

_ Gerusalemme, Muro del Pianto
_ Gerusalemme, Santo Sepolcro
_ Cordoba, Moschea, Mezquita
_ Andria, Castel del Monte


Roma / immagini
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Questa pagina ha origine da una e.mail ricevuta nel settembre 2011, con note critiche lusinghiere nei confronti di "Architettura e psiche" e riserve, garbate ma trasparenti, sull'immagine scelta per la copertina.
Per le riflessioni che ne sono seguite, il testo sottostante riproduce nella struttura e nei contenuti le considerazioni maturate nel rispondere al gentile interlocutore, al quale resto cordialmente grato per l'interesse e l'organicità dei problemi posti in luce, oltre che per gli auguri.

Annunciata dal 2011, la redazione della pagina è stata più volte sospesa per la difficoltà di tener conto della vasta letteratura seguita ai saggi di Venturi, Longhi, Berenson ed altri.
Testi e grafici rappresentano pertanto un consapevole approccio marginale ad una esperienza destinata a rientrare nei limiti posti dalla corrispondenza con il mio interlocutore.



Gentile Signor R. S.,

riscontri come il Suo solleticano la considerazione di sé; danno senso allo studio, spronano a perseverare. Tuttavia, con l'energia che viene meno e la memoria che si sperde per remoti sentieri, anche la volontà scema, e il lavoro si tramuta da piacere a dispetto, per altro che si vorrebbe fare. Le sono comunque grato dell'interesse per "Architettura e Psiche" e per le lusinghiere, critiche parole.
Come ogni manifestazione creativa, autentica, con identità propria e tendenzialmente assoluta - l'architettura sorge dall'anima. La sola memoria dei suoi caratteri resta un rifugio della mente; una domus virtuale che distrae dalle asprezze del presente e dall'angoscia del dopo.
L'architettura è una sfida al mistero. Al mistero di un senso che sfugge e del quale tuttavia non si può fare a meno; tanto da non poter non ricorrere ad una immagine della perfezione e della permanenza; o se vuole di Dio, la cui concezione resta tuttavia, a mio parere, una esigenza sedimentata dal profondo, una elaborazione compensativa dell'inconscio fluttuante fino alle soglie della coscienza.
Da anni in pensione, leggo, scrivo, cerco di pubblicare. "Architettura e Psiche" è del 2008. I saggi che vi sono raccolti sono in gran parte, o quasi del tutto, di decenni prima. Nel complesso testimoniano della passione e della solitudine di una docenza, non meno sofferta del tirocinio, dispersivo e privo di senso, imposto troppo spesso alla generalità degli studenti. Le nostre università restano, infatti, tra le istituzioni più manchevoli e responsabili dei disastri di questo paese, e delle sue miserevoli prospettive civili. L'assenza di senso dello spazio nel quale si deve pur vivere, e la rumorosa volgarità delle sue immagini, - manifestazione comune delle urbanizzazioni delle nostre città e dei nostri territori, quanto meno dal dopoguerra, - ne sono infine una dimostrazione.
La complessità della ricerca ha origine dal coinvolgimento in una realtà da avvicinare e osservare innanzi tutto entro di me, con un processo di individuazione e liberazione interno ad un preteso studio su eventi (associati alla progettazione) solo per ipotesi supposti come esogeni e reali; poi, dai coinvolgimenti molteplici di una disciplina - l'architettura - protesa tra cielo e terra e, prima ancora, per più aspetti ignota.
...
Dopo quel libro, ho inserito in www.valtervannelli.it schede di letture particolari, con dati, analisi, schemi e immagini di supporto. La prima scheda è sull'immagine della copertina del libro in oggetto [1], quella che Lei teme essere il frutto di una scelta occasionale. Dopo di quella, un po'per volta ne ho inserite altre, sulla selezione delle quali sarebbe lungo indagare. Nell'insieme, possono apparire occasionali, e un Suo parere in merito spero mi sia di aiuto. Non credo nel caso. Mi sostengo sulla ragione e confido nell'intuizione. Sono convinto che le istanze che ci premono rispondano (anche se non sempre del tutto comprensibili o davvero ragionevoli) a un disegno d'insieme; a una figura che assume significato per gradi, come tasselli di una realtà complessa, che alla coscienza a prima vista resta difficile avvicinare; ma che tuttavia, in una condizione di affidamento e di confidenza, la complessità della psiche è in grado di elaborare e di suggerire al punto da darne un bagliore fino alle soglie della coscienza.
Ne sono convinto, se non altro per esperienza; anche se tutto questo non è dimostrabile, o tale non appare.
...
Più volte, a Venezia, Ravenna, Firenze, Roma, Palermo - e dai paesi dell'Est europeo alla Spagna - mi sono sorpreso delle relazioni e commistioni tra civiltà diverse; e della prolificità di quegli apporti. In breve, il Brunelleschi e Piero della Francesca ne riflettono al meglio l'interpretazione culturale in quello che a noi appare come l'aurea felice dell'umanesimo e della rinascenza del/nel mondo cattolico e occidentale, già da prima della vigilia dell'occupazione di Bisanzio da parte degli ottomani.
La Flagellazione e la Sacra Conversazione ne compongono e ne sposano in modo essenziale contenuti e riferimenti storici, religiosi e culturali. Strutture ed elementi figurativi sono quelli ideali e razionali - geometrici, prospettici, modulari, aurei e matematici - di un mondo alle soglie di una riscoperta della centralità dell'uomo, e di una conoscenza supportata anche da scoperte e invenzioni.
Le immagini sono quelle storiche di una realtà civile e religiosa, interpretata in una sintesi figurativa infine densamente esoterica, rivolta ad interpretazioni elitarie e colte, dalla coscienza critica già urbana, laica e moderna. ...





_ Nella prima [La Flagellazione, [1444?-74], il soggetto è dato dall'incontro nella stessa composizione tra due mondi distanti e fino allora avversi; tra quello orientale al suo declino e quello occidentale, secolare e cattolico, alle soglie di rivendicazioni di rinnovamento e riforma. L'evento è rappresentato in un quadro che dispone i contenuti in un rapporto aureo. Spazi e tempi dialogano con riferimenti allegorici, complessi e incrociati. Sullo sfondo della sezione quadrata una flagellazione di Cristo richiama ad un nuovo sacrificio della Chiesa. Tuttavia, i riferimenti più raffinati e nascosti sono rivolti (a destra e in primo piano) all'iniziazione di un giovane scalzo, vestito con semplicità e cinto di alloro (il Ficino? [2]). Essi esprimono il risveglio del pensiero neoplatonico mediato dal mondo arabo e bizantino in un luminoso ambiente già razionale e albertiano; un risveglio al quale l'autore e il suo mondo di corti colte e raffinate, in nome di un umanesimo filosofico e laico infine risorto, propongono di affidare i destini, anche storici e profani, di una Chiesa da rifondare.

_ Nell'altra [Pala Brera, 1472-74], (poi proposta in lettura sul sito, per prima, a seguito della copertina), la realtà civile è sposata a quella mistica della natività, nel caso mitica e divina. Si è al cospetto di un programma di rinnovamento epocale, in un progetto dalla struttura prospettica e centrale più semplice e stringata del precedente, mirata a portare luce diretta sulle potenzialità civili e inespresse dell'umanesimo; e al cospetto di elementi storici e culturali che, nella forma essenziale dell'uovo archetipo della vita - ed al suo intorno, Piero della Francesca struttura e sintetizza nei nuovi codici figurativi della rappresentazione, in una composizione anche architettonica per la quale dati storici, culturali e di costume (di nuovo diacronici e sincronici) convergono in un simbolo tanto denso di significati, quanto irriducibilmente ermetico e dalle origini alchemiche le più mediate e remote.
Nella scheda messa in rete - Pala di Brera, o Sacra Conversazione - solo alcune di queste tracce si ritrovano in parole o immagini corrispondenti; ma le più sono state scartate, a vantaggio di didascalie meno discutibili, o meno interdisciplinari, e di analisi grafiche riprese con altre letture. C'è il timore di sbagliare [3]; e la convinzione che al desiderio di avvicinarsi a contenuti e processi tanto soggettivi è bene si accompagni l'impulso, infine libero, di corrispondere con disposizioni e volontà non meno individuali e determinate.
...
L'Es, l'inconscio, 'pensa' in modo simbolico. Formatomi sulle pagine di Jung, sull'autorealizzazione del Sé nel processo interiore di crescita, non potrei dire in modo diverso; anche se quel 'pensa', in luogo di 'elabora' o di 'manifesta', ritengo non sia da attribuire a Groddeck, quanto alla traduzione del suo testo.
In breve, ho bisogno di credere di non esistere per caso; di non suppormi un accidentale insieme di particelle assemblate, atto a generare azioni e retroazioni senza alcun fine compiuto, in un tempo qualunque e per luoghi occasionali. La mente, la coscienza, l'inconscio non me lo consentono; e la loro compagnia, anche quando turbolenta, non mi appare più ossessiva e insonne della beata insulsaggine di quanti, estroversi, si immedesimano nella realtà oggettiva, o fidando nella sola ragione evitano di guardarsi dentro, al punto di credere di non sognare.
Confido nell'unità della persona e in ogni sua parte, e nella memoria, fin da quella nascosta, e vado per la mia strada; con timore e tra sbagli, ma a volte anche compiaciuto e sorridendo di me.

Mi farebbe piacere sentirLa di nuovo. In ogni caso, La ringrazio per avermi spronato a non rallentare troppo; a non abbandonare.

V V
Roma, settembre 2011


[1] Una prima tiratura del libro riporta per errore una immagine ridotta rispetto a quella da ma scelta e poi definitivamente applicata. La prima esalta l'uovo nella conchiglia. L'altra il suo rapporto con lo spazio architettonico; ossia, per me, con la storia.
[2] Se si trattasse davvero del Ficino, l'opera sarebbe abbastanza tarda.
[3] A mio parere, il simbolismo dell'uovo di Dalì è freudiano, dalle origini riferibili ad una concezione per lo più materiale delle manifestazioni dell'esistenza. Ben altro il senso interno all'ipotesi di speranza di rinascita che Kubrick ripropone con il feto astrale di 2001 Odissea nello Spazio, al termine di una discesa agli Inferi; anche se quel tornare ad essere appare soltanto una tappa; un passo nell'evoluzione di un destino ignoto. (Vale notare come l'accelerazione frattalica e computerizzata di quella discesa riverberi processi psicologici già propri della tradizione; dalle sculture e pitture murali delle cattedrali gotiche, e dalle selve e dai sorprendenti percorsi anche interiori dei mostri e della casa inclinata di Bomarzo, fino ad alcune strutture espositive e ad altri orrori dei nostri giorni).


..



Per immagini e argomenti correlati, dell'autore, si veda
Architettura e Psiche _ Introspezione sulle immagini permanenti e sui caratteri fondamentali del progetto.
Ed. Kappa, Roma 2008.



Piero della Francesca

Piero di Benedetto de' Franceschi, (Borgo Sansepolcro, 1416/1417 – Borgo Sansepolcro, 1492)

La Flagellazione
Palazzo Ducale di Urbino


Ipotesi di sintetiche letture grafiche, tracciate su copie in bianco e nero.


fig. 3 _ Riproposizione dell'opera, per analisi comparative nella stessa scala.






Piero della Francesca
La Flagellazione


fig. 4 _ Assi, diagonali e ribaltamenti evidenziano, tra gli elementi compositivi, rapporti elementari e costruzioni auree.

Le dimensioni della tavola, (58,4 x 81,5), pari al rapporto tra 7 e 10, ne stabiliscono una concezione modulare.
La misura del modulo si riscontra nella striscia molto scura tracciata con evidenza sopra il copricapo del terzo personaggio da destra.


Nel grafico, il lato destro del quadrato (tracciato con segno leggero) è determinato dalla intersezione, sul piano della rappresentazione, dello spigolo della soglia bianca calpestata (in parte) dalla terza persona da destra (in primo piano, con il copricapo bizantino).







Piero della Francesca
La Flagellazione


fig. 5 _ Il punto all'infinito della costruzione prospettica coincide con il centro dell'opera, e ne determina un ideale piano verticale di separazione tra i due soggetti della rappresentazione; un piano quasi ortogonale (di spalle alla terza figura da destra, con il copricapo) la cui traccia sul pavimento coincide con il lato sinistro della grande soglia bianca di supporto alla stessa figura ed alla retrostante architettura.

Il piano verticale costruito sul punto di fuga coincide con il centro di separazione tra i due soggetti della rappresentazione; un piano quasi ortogonale a quello frontale (di spalle alla terza figura, da destra, del gruppo in primo piano).





Piero della Francesca
Pala Brera


fig. 6 _ Il grafico stabilisce alcuni rapporti significativi tra le due parti della composizione, come pure tra gli elementi architettonici e tra gli stessi gruppi dei personaggi.
La piccola ma evidente sfasatura tre i punti notevoli delle due circonferenze (pari forse a mezzo modulo) è tanto più interessante se messa in relazione alla piccola ma altrettanto evidente proiezione sul quadro di quel piano 'quasi ortogonale' di cui alla fig. 5. [... un ideale piano verticale di separazione tra i due soggetti della rappresentazione; un piano quasi ortogonale (di spalle alla terza figura da destra, con il copricapo) la cui traccia sul pavimento coincide con il lato sinistro della grande soglia bianca di supporto alla stessa figura ed alla retrostante architettura].








Piero della Francesca, Pala Brera.
Le circonferenze della figura absidale hanno un punto in comune nel volto della Madonna.
I tondi, modulari di raggio uguale, svolgono in modo compiuto contenuti tematici distinti.



fig. 7 _ Al centro della composizione, in prospettiva sul pavimento, nel campo quadrato ripartito in scacchiera da cinque moduli per lato, il cerchio nero dal cui centro si eleva la colonna alla quale è legato Cristo.

La centralità di questa campata tridimensionale è fondata sulla scacchiera modulare 5 per 5, il coassiale cerchio nero, la colonna con capitello, la statua dorata con braccio alzato, il cassettonato di copertura (arioso come una cupola, smaterializzato da una luminosità neutra e diffusa).
In modo graduale e sapiente questa centralità evidenzia le letture alternative alla diagonale della prospettiva diretta sul volto di Cristo; letture e interpretazioni che guidano verso la comprensione del ruolo eccezionale assegnato al bisogno/desiderio di perfezione, nella ricerca esoterica di equilibrio tra il sé, la totalità, la divinità.
Un ruolo di guida che si riconosce, in modo esemplare, al sacrificio di Cristo.

Quadrato e cerchio inscritto rimandano alla quadratura del cerchio, problema classico sul quale Piero della Francesca scriverà nel "Libellus de quinque corporibus regularibus".



fig. 8 _ Al centro della composizione in campo quadrato, la figura del terzo personaggio da destra, con copricapo scuro; appena sopra - con tratto scuro su campo chiaro - il modulo compositivo, fondamentale nella concezione e costruzione compiutamente prospettica e moderna dell'architettura della tavola.

Il raffronto tra le due parti separate (una di uno spazio interno semiaperto, l'altra di spazio aperto ed urbano) evidenzia il diverso ruolo delle luci (dirette / diffuse), dei colori (opachi / vivaci), degli stili (sintetici, masaccio / descrittivi,fiamminghi) e della decorazione (minuta / essenziale), in funzione dei diversi contenuti simbolici e psicologici.











fig. 9 _ Il gruppo dei personaggi in primo piano a destra della composizione, virtualmente al vero ed allo scoperto, mediano la profondità dello spazio urbano retrostante - descritto da pochi dati geometrici paralleli al quadro -, e in modo inavvertito guidano lo sguardo nella scena di sinistra - quella dominata da un taglio prospettico molto profond, costituita da un interno scandito da una successione graduale di moduli spaziali e architettonici, e della successione prospettica, della disposizione avvolgente, e della postura sapiente dei personaggi convergenti sulla fustigazione.



La veridicità dei caratteri, la solidità delle figure e la ricchezza dei costumi, concorrono con la dignità delle posture e la serenità dei volti a tratteggiare la nobiltà dei personaggi ed il ruolo eccezionale e simbolico della loro presenza in un contesto celebrativo destinato a fissare la memoria di un evento eccezionale, quale (probabilmente) il concilio di Firenze del 1439.

fig. 10 _ Tra le ipotesi, Marsilio Ficino (1433-1499), fulcro della 'cerchia' neoplatonica dei Medici.



Le interpretazioni tradizionali della Flagellazione sono riconducibili a quelle dinastiche dei Montefeltro (nel relativo contesto politico) ed a quelle allegoriche dell'esegesi biblica e della speculazione teologica (in relazione all'ebraismo, al paganesimo greco, all'eresia platonica).
Per una interpretazione storica, Kenneth Clark (1950) pone come funzionali la presa di Costantinopoli (1453), i problemi della Chiesa, il Concilio di Mantova (1459) e la crociata chiesta da Pio II contro gli ottomani, per la liberazione di Bisanzio.





fig. 11 _ La diagonale della tavola e la diagonale di questo particolare sono parallele. La scena dell'interno, con Cristo come fuoco virtuale, è inscritta in un rettangolo con rapporti modulari 7 a 10. [Altro dato che tuttavia non può essere accertato con le stampe disponibili].

Chiamato da Pio II, Piero della Francesca è attivo in Roma nel 1458 e nel 1459, anni nei quali si tende a datare anche la Flagellazione.

- Per la sua presenza in Italia, al Concilio di Firenze (1439), la berretta e i calzari rossi consentono di identificare il personaggio con turbante in Giovanni VIII Paleologo, imperatore di Bizanzio;
- Per il personaggio rappresentato di spalle, con copricapo turco ottomano è stata fatta l'ipotesi di un giudeo.












Piero della Francesca
La Flagellazione
sopra il copricapo, in nero, il modulo compositivo della tavola, dimensionata nel rapporto 7 a 10.


Appendice ad  Architettura e Psiche  / sintesi


Con riferimento a eventi, personaggi e costumi, vale citare anche il Concilio di Firenze, con il quale il 6 luglio 1439 il papa Eugenio IV promulga la bolla 'Laetentur Coeli' (Si rallegrino i cieli) e annuncia la ricomposizione fra le Chiese d'Oriente ed Occidente; e ricordare che la caduta di Costantinopoli e dell'impero bizantino è del 1453. [Mi stuzzica, in proposito, la coincidenza di avere appena letto che 'delle quattro età felici che hanno conosciuto la perfezione' la terza è quella 'che seguì alla conquista di Costantinopoli da parte di Maometto II'. (Voltaire, 'Le Siècle de Louis XIV', 1751; da Jacques Le Goff, 'Il tempo continuo della storia', 2014).

Mi piace pensare che con questa tavola Piero della Francesca - studioso del pensiero, del costume, dell'arte - voglia lasciare un segno immutabile di eventi eccezionali dei quali, all'epoca, non valga anticipare un giudizio storico; di eventi politici e religiosi che (come ai nostri giorni) coinvolgono civiltà e culture diverse con processi lenti ma univoci; di incontri e scontri dei quali è avvertito e consapevole; e dai quali, infine, sollecitato dall'intuizione e guidato da un singolare processo di sintesi nella creazione, ne raffigura in modo esemplare nella Fustigazione il senso enigmatico e profondo.
Il tempo della Fustigazione è come compreso tra due mondi immaginari che si intende ravvicinare; tra il desiderio di una figuratività classica (di una 'antiquitas' come modello di umanità da scoprire) e l'aspirazione altrettanto forte di una attualità centrata sulla persona (di un modello che ricollegandosi all'altro in termini di continuità, ne sia alternativo in modo credibile e quindi moderno).
I concetti a confronto sono dunque quelli di 'antico' e/o 'moderno', di 'pagano' e/o 'cristiano'. I raffronti, i giudizi sottintesi vertono senza contrapposizione sulle continuità e allo stesso tempo sulle novità avvertite, percepite, comprese; ai margini di una Media Aetas ancora vitale, ed alle soglie di un'epoca che, in particolare a Firenze, è vissuta nella scoperta aurorale e nella partecipazione felice a valori, dignità e libertà sempre più nuove e sorprendenti della persona.
[Della fase oscura che lascia posto alla luce, già ne parlano il Petrarca (1304-1374), ed altri.
_ Il termine 'Umanesimo', principio per il quale l'uomo è al centro del pensiero e della società, si afferma nel XIX secolo, (ad opera di Julies Michelet (1798-1874), insegnante di storia alla Sorbona e grande studioso dell' Italia del Quattrocento e del Cinquecento).
- Il termine 'Rinascimento' si afferma tra il 1840 e il 1860, (per merito di Julies Michelet e, in seguito, di Jacob Burckhardt (1818-1897), storico dell'arte e della civiltà, per il quale Firenze è il primo tra gli stati del mondo moderno).
_ Ben oltre l'epoca di Piero della Francesca, il tempo della storia è suddiviso in 'antico', 'medioevale' e 'moderno'].


*

In una struttura tridimensionale e prospettica concepita nel rispetto rigoroso di principi neoplatonici, geometrici e matematici, e nel nitore di un assetto spaziale, architettonico e urbano, classicheggiante e modulare, La Flagellazione - immersa nella fissità di una scena di pace della coscienza, e di serena contemplazione - esprime con semplicità e disciplina, con naturalezza misura e precisione, la maturità e il dominio di Piero della Francesca nella conoscenza dei modelli antichi, nel controllo della monumentalità, nella sperimentazione simbolica (e non solo geometrica della prospettiva), nella padronanza della luce, del colore, della decorazione.
La tematica è quella di una rappresentazione sincronica e diacronica, integrata su diversi piani di lettura, di eventi religiosi e secolari composti in una visione ideologica, di compresenza ed equilibrio, tra teologia e laicità, tra valori dello spirito e libertà della coscienza, tra rappresentazioni di archetipi e narrazione di eventi reali; di forme di pensiero e di eventi dunque anche storici che un umanesimo consapevole di sé rivive in modo critico ed esprime in modo simbolico sullo sfondo di incontri eccezionali tra occidente ed oriente, alla vigilia di scoperte e saperi che di quei mondi e delle loro culture ne cambieranno equilibri, ruoli, senso.

Il metodo della rappresentazione è quello, originale e autentico - creativo e simbolico - della cultura, dell'arte (delle arti), dell'architettura, della decorazione.
Il modo è quello della geometria regolare e di una spazialità centrale deliberatamente 'sguinciata', della mistica della misura e dell'esoterismo matematico; elementi allo stesso tempo concettuali e funzionali, composti e pacatamente contrapposti, in una ambita combinazione tra coscienza di sé e apertura alla totalità; tali da preludere alla perfezione, alla appagante serena contemplazione di una realtà metafisica, ultima e perfetta.
Da cui il senso mistico della rivelazione della trascendenza, approdo estremo - oltre i valori della storia - degli archetipi del Sé e della Totalità, verso la più problematica proiezione esogena/endogena della psiche: il bisogno/la ricerca di perfezione nell'archetipo della Divinità.


V V
Roma, novembre 2014


Referenze fotografiche
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Immagini e argomenti correlati, dell'autore, si trovano in
Architettura e Psiche _ Introspezione sulle immagini permanenti e sui caratteri fondamentali del progetto
Ed. Kappa, Roma 2008.


ROMA _ libri

ECONOMIA DELL'ARCHITETTURA IN ROMA LIBERALE Il centro urbano. Roma 1979_ dati, cataloghi, indici dei nomi
ECONOMIA DELL'ARCHITETTURA IN ROMA FASCISTA Il centro urbano. Roma 1981_ dati, cataloghi, indici dei nomi
ROMA, ARCHITETTURA_La città tra memoria e progetto Il centro urbano. Roma 1998_ dati, cataloghi, indici dei nomi
ROMA, ARCHITETTURA_Da città dei papi a capitale d'Italia Il centro urbano. Id. 2001_ dati, cataloghi, indici dei nomi


 
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Valter Vannelli _ Architettura e Psiche , Analisi e letture _ 9 | Roma, ottobre 2011 / 2014



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